Luglio, su una linea verso i poli
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A guardare fuori, sembra quasi che ci sia sempre qualcosa su cui dividersi. Pare anche a te?
È tutto un susseguirsi di battaglie, scontri, confronti, scissioni. Lo leggiamo, ascoltiamo, lo guardiamo ripetersi ogni giorno, sembra non esserci modo di sfuggire: non dimenticare di essere pro o contro qualcosa o qualcuno!
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Prendere posizione, avere una opinione informata, sapere da che parte stare nelle piccole, medie e grandi sfide di questi tempi, é un dovere e un diritto affatto banale, né scontato.
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Ma è necessario anche che sia sempre così polarizzato?
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La mia idea è come la tua
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Il vocabolario Treccani ci dice che polarizzare viene dal francese polariser, a sua volta termine derivato da polo, inteso come "ciascuno dei due punti estremi e simmetrici".
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Se lo applicassimo alla lettera al nostro ragionamento, potremmo arrivare all'estremo in cui affermiamo che le due parti del contendere - siano opinioni, azioni o altro - sono in un qualche senso alla pari: simmetriche, su un piano.
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Uno spunto insolito per riflettere su come in effetti sia proprio così che appaia spesso la questione ai "pensanti" della contesa: su dibattiti relativi a temi specifici in cui si scontrano competenze specialistiche contro letture generiche sul tema, sulle cause di eventi che accadono in ambiente di lavoro, sul modo di evolversi di una relazione.
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La mia idea è come la tua, solo al lato opposto del piano.
Invece, proprio perché non si trovano affatto sullo stesso piano, in mancanza di una reciproca volontà d'incontro, non c'è contatto possibile e il conflitto appare insanabile.
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Quante volte ci siamo innervosit* per qualcosa che - ne eravamo certi - qualcuno aveva fatto per una certa ragione, mentre poi abbiamo scoperto di aver interpretato male?
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Quante volte evitiamo di affrontare una situazione per non mettere a repentaglio una relazione, per non iniziare una guerra, per non essere costretti a spiegare, faticosamente, il nostro punto di vista mentre sentiamo o temiamo di percepire che sarà respinto senza ascolto?
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Eppure il conflitto è parte fondamentale del nostro essere umani. Per Eraclito, addirittura, il conflitto è il principio fondamentale sul quale si fonda la stessa idea di giustizia. Non c'è concordia senza discordia.
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Dai conflitti alla Giustizia
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Parlare di Giustizia non è semplice. Prima di tutto, perché ci riferiamo a una moltitudine di campi, interessi e sfaccettature, ed è così da sempre.
Nella Grecia antica, per esempio, distinguevano la dikaiosyne, la ‘legge morale’, l’attitudine dell'essere umano a porsi come persona giusta, equa e integra, e il nomos, la 'legge degli uomini', impersonata dalla dea Themis, che presiedeva all’ordine e alla legge, e dalle sue tre figlie Dike, la dea della Giustizia, Eunomia, che impersonava la Disciplina e Eirene la Pace. Queste ultime tre personificazioni erano da intendersi interdipendenti: dove veniva esercitata l’una, si permetteva lo sviluppo delle altre.
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Questa interdipendenza è alla base anche delle riflessioni moderne sull'argomento, basti pensare alle sfaccettature richiamate dall'obiettivo 16 degli Sdgs delle Nazioni Unite (di cui puoi leggere di più qui).
In esso, il concetto di giustizia sociale è strettamente connesso a quelli di equità, pari opportunità, accessibilità, inclusività e simili. E la sfida per tutti è promuovere società pacifiche e più inclusive perseguendo l’equità e la sostenibilità sociale. In una parola: società più giuste.
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Il tema della disuguaglianza economica e sociale, all’interno delle società e fra le società, ha assunto una rilevanza sempre maggiore e alle disuguaglianze crescenti viene attribuita anche molta della responsabilità della crisi sistemica in cui è immerso il nostro mondo contemporaneo.
Questo, infatti, è sempre più connotato da profondi legami di interdipendenza essendo, allo stesso tempo, anche terreno di conflitti diffusi e aspri.
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Declinare nella vita quotidiana di ciascuno l’Obiettivo 16, quindi, per noi si concretizza nella pratica del pensiero critico, nella consapevolezza di ‘come pensiamo’ oltre che di ‘cosa pensiamo’ quando parliamo di giustizia, ingiustizia, equità, iniquità, uguaglianza, disuguaglianza e altri delicati concetti a questi correlati.
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E, seppure ognuno di noi ha la sua personale 'scala di giustizia', diversa quando non opposta a quella della persona accanto, si tratta di aprirsi al riconoscimento delle ragioni dell’altro, oltre che delle nostre, e di assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e delle decisioni che ne conseguono.
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Sapendo che, più spesso di quanto ci sembri, non siamo di fronte a una scelta inequivocabile tra una posizione giusta e una sbagliata ma piuttosto di fronte all’ambiguità, all’incompletezza delle informazioni e alla problematicità dei fatti.
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Ma come si fa? Passo dopo passo, come tutto al mondo. È un percorso, una messa in gioco, la sfida ad abitudini acquisite. Possiamo cominciare esplorando i timori che sottendono i conflitti, per trasformarli occasione di apprendimento di sé e degli altri. Imparando a sospendere le emozioni il tempo giusto per guardare i fatti da una distanza adeguata e individuare il circolo vizioso dei nostri personali 'tasti dolenti'. E, infine, assumere un atteggiamento proteso a risolvere, piuttosto che a vincere.
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Imparare a non avere paura dei conflitti e a saperne vedere il lato positivo potrebbe insomma fare la differenza, nel nostro quotidiano e - a cascata - nel contesto intorno a noi. Sarebbe importante imparare a farne dei generatori di apprendimento e di nuovi punti di vista.
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L'articolo di Pamela D'Andrea con cenni di iconografia della Giustizia, il conflitto tra la 'legge morale' e la 'legge degli uomini' e la storia di Re Salomone.
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Trasforma i conflitti è il laboratorio per imparare ad affrontare positivamente i conflitti personali e nei contesti lavorativi, e vivere meglio.
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Al prossimo mese e, se hai bisogno, siamo qui.
Spazi dell’anima
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Chi siamo
Spazi dell'anima è l'ambiente di Bottega Filosofica dedicato alle persone. Un luogo di 'resistenza del pensiero' per chi desidera prendersi cura di sé e di migliorarsi, per rendere migliore il Mondo.
È un laboratorio filosofico-sistemico di sviluppo personale e innovazione sociale: utilizziamo i metodi e gli strumenti della filosofia e del pensiero sistemico per aiutare le persone a scoprire e mettere in luce la propria essenza e apprendere e coltivare stili di vita più felici.
Crediamo che ognun* di noi abbia dentro di sé le risorse per affrontare anche le sfide più grandi. Per questo ci piace accompagnarl* mentre sviluppa la sua antifragilità, con il coaching individuale o con uno dei percorsi di gruppo di Blossom Academy.
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