Primo: io includo per
Dare spazio all'unicità
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Mentre progettavamo Primo: io includo - l'incontro che abbiamo organizzato nell'ambito di 4weeks4inclusion, la maratona dedicata all'inclusione - e decidevamo che tipo di esperienza avremmo potuto portare, le riflessioni e i dialoghi preliminari, tra noi e con Isabelle, hanno fermato la nostra attenzione su quella che è, potremmo dire, la nuova frontiera dell'inclusione: andare oltre i concetti di diversity & inclusion per approdare a quelli di unicity & belonging.
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Qual è la differenza? In che cosa troviamo un’evoluzione dei concetti e delle prassi?
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Unicità è più di diversità: protagonista assoluta è la singola persona e non la categoria nella quale potrebbe riconoscersi o essere inserita. Giovani e anziani, donne e uomini, normodotati e portatori di una disabilità e via via le categorie più o meno evidenti che possiamo identificare sono appunto categorie, ancora etichette.
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Quando parliamo di unicità, invece, stiamo dicendo che includiamo ciascuna persona che, come è portatrice di un proprio nome è anche portatrice di una singolarità. Ed è quello il punto da cui partire.
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Ciascun* di noi è un essere vivente unico e irripetibile, fosse anche soltanto per un dettaglio minimale, ed è divers* da tutti gli altri che a loro volta non sono un ‘tutti’ ma un insieme distinto di unicità.
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La nostra attenzione, il nostro impegno vanno, oggi, oltre la promozione del riconoscimento delle diversità, per arrivare alla valorizzazione, all'apprezzamento della singola unicità, consapevoli che - come dice Liliana Segre nel video ufficiale di 4weeks4inclusion - se non viene inclusa manca.
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Abbiamo partecipato a 4weeks4inclusion per testimoniare un nostro credo profondo, l'inclusione comincia da noi. Il nostro intento, dare spazio all’unicità. La nostra ambizione, come Bottega Filosofica, promuovere questa riflessione e creare occasioni per sperimentare ciò che ne consegue.
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Per questo stiamo lavorando al design e alla realizzazione di un evento speciale a inizio primavera 2022. Con alcune aziende, clienti e non, che vogliono mettersi in gioco su questo tema.
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Come unicity va oltre diversity, anche belonging - appartenere - è complementare ed è più di inclusion.
Significa, infatti, non solo mettere a disposizione ambienti inclusivi ma soprattutto abitare quegli ambienti, sentirsi ‘appartenere’ a quegli ambienti così come si è, nel proprio essere ‘speciali’, persone singole e singolari, non come appartenenti alla una collettività riconosciuta come categoria, suppur con ottime intezioni.
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Diversità e Inclusione come core business, si può fare?
Per rispondere alla domanda, ti proponiamo una conversazione di qualche anno fa, oggi particolarmente attuale: Myriam Ines Giangiacomo, founder e CEO di Bottega Filosofica, intervistava Isabelle Pujol, founder e CEO di Pluribus Europe, società che ha scelto Diversità e Inclusione come suo core — o ancora meglio unico — business.
La risposta è sì. Si può fare, con impegno e dedizione e tenendo presente che:
- farlo è complesso, non avviene in una notte e ha a che fare con cambiare postura e abitudini;
- non c’è una ricetta magica: si tratta, piuttosto, di sfidare, ogni giorno, i propri modelli mentali.
Qui puoi leggere l'intervista completa.
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#NessunoEscluso
Il nostro evento si è concluso ma la maratona per l'inclusione continua fino al 22 novembre. Sul sito trovi tutti gli appuntamenti e il video di presentazione che, secondo noi, tocca davvero il cuore. L'hai già visto? Lo trovi qui.
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Percorsi di apprendimento, coaching e consulenze per persone, organizzazioni e imprese che vogliono essere più brave, più belle, più buone e più ricche.
Filosofia applicata al business, dal 2012.
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